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Riccardi: “Ho pensato di lasciare il calcio, l’addio alla Roma una sconfitta personale. Totti il mio idolo, De Rossi mi è sempre rimasto vicino”

Riccardi: “Ho pensato di lasciare il calcio, l’addio alla Roma una sconfitta personale. Totti il mio idolo, De Rossi mi è sempre rimasto vicino”

CRONACHEDISPOGLIATOIO.IT – Alessio Riccardi , ex calciatore della Roma e attualmente in forza al Latina , ha rilasciato una lunga intervista al portale calcistico e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura nel club giallorosso. …

CRONACHEDISPOGLIATOIO.IT - Alessio Riccardi , ex calciatore della Roma e attualmente in forza al Latina , ha rilasciato una lunga intervista al portale calcistico e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura nel club giallorosso. Ecco le sue parole. Che importanza ha avuto Alberto De Rossi ? «In tre anni con lui, credo che mi abbia fatto saltare solo una partita. È uno dei mister che non scorderò mai. Mi lasciava libero di sbagliare, come giusto che sia. E mi è rimasto accanto anche dopo il mio addio alla Roma ». [...] Totti ? «Sono cresciuto con Totti , era lui il mio idolo. Mi è dispiaciuto non essere allo stadio il giorno del suo ritiro: eravamo in trasferta, così l’ho seguito dal cellulare. Penso sia stata una giornata indimenticabile. Ho ancora i brividi ».  Il tuo esordio? «Mi ricordo tutto benissimo: durante il giorno i compagni mi avevano detto: ‘Oh guarda che stasera entri, eh!’. E quindi io già dalla mattina avevo l’ansia. Quando poi il mister mi ha chiamato, ho pensato: ‘Mamma mia, sto entrando all’Olimpico’. Poi basta: come sono entrato in campo, ho pensato solo alla partita. [...]  Ricordo che quando arrivò Ranieri , pensai: ‘Oddio… ma ora mi tengono in prima squadra o mi rimandano in Primavera?’. Fino a quel momento, ero stato lì perché mi voleva Di Francesco , ma per fortuna Ranieri mi fece rimanere . Il 26 maggio e ro appena tornato da una trasferta con la Primavera, ma ha voluto che facessi parte di quel momento. Io, Pellegrini, Florenzi … e De Rossi tutti in linea? Forse è stata una casualità, non ci ho fatto caso. Ma è stato un momento emozionante, da brividi. L’addio di una bandiera del calcio. Ho ancora la sua maglia autografata, la tengo a casa con cura. Daniele è stato la Roma: come sono arrivato in prima squadra, mi è sempre rimasto vicino, mi ha riempito di consigli. Si respirava qualcosa di particolare quando c’era lui, percepivi l’aurea del campione. Era sempre perfetto: quando parlava non diceva mai una cosa sbagliata » . Cosa successe l'anno successivo? «Ho fatto il ritiro estivo con la prima squadra, ma il mister non mi vedeva. Io ero ancora in età per la Primavera e mi hanno richiamato per giocare. Se avevo iniziato a percepire qualcosa? Lì per lì no, devo essere sincero ». La trattativa con la Juventus ? «Avevo fatto benissimo in Primavera, ma non ero stato riconfermato in prima squadra. Mi ricordo che una mattina mi sveglio, posto una foto su IG normalissima… forse di un’amichevole precampionato, e poi mi ritrovo il profilo impallato di messaggi. Non avevo letto nulla fino a quel momento. Dico veramente. Poi mi dissero: ‘la Roma vuole venderti alla Juventus ’. E io: ‘No, aspettate. Io non ci vado’. Così carico un’altra foto, promettendo amore eterno… ricordo che quel giorno ricevetti 1000 messaggi al minuto. E per assurdo, non avevo fatto nulla in Prima squadra, giusto l’esordio. Ma forse questa è la bellezza di Roma: i tifosi. Ricordo striscioni e proteste sui social, sui giornali: volevano che rimanessi. Magari rivedevano in me qualcosa» . Il trasferimento al Pescara ? «L’ho vissuto proprio come una sconfitta personale . Il mio sogno era sempre stato quello di giocare per la Roma. [...] Dopo quella stagione, sono stato praticamente un anno fermo. È stato un anno veramente difficile. Ti dico la verità: ero arrivato al punto in cui volevo smettere». [...] VAI ALL'INTERVISTA INTEGRALE

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