L’ultima volta che la Roma si affacciò al primo posto fu il 12 settembre del 2021, con José Mourinho, quando dopo tre giornate i giallorossi avevano 9 punti e comandavano la classifica con gli stessi coinquilini attuali, Milan e Napoli, scrive oggi la Gazzetta dello Sport (A. Pugliese).
Per risalire invece all’ultima volta che si trovò in testa allo stesso punto del campionato – la quinta giornata – bisogna tornare addirittura al 27 settembre 2014, ben undici anni fa, quando con Rudi Garcia i giallorossi erano in vetta con 15 punti, alla pari con la Juventus.
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In questo inizio di stagione la Roma ha subito una sola rete in 5 partite, nessuno nei 5 campionati top europei ha fatto altrettanto bene. Tanto che nel 2025 i 12 gol subiti dalla Roma sono largamente il bottino più redditizio (a livello difensivo), considerando che dopo il giallorossi le squadre che hanno subito meno reti sono Napoli e Athletic Bilbao con 20. Insomma, una forbice evidente. Ma da dove nasce questa ermeticità?
Svilar è sicuramente il segreto numero uno. Mancini personalità e marcatura, Ndicka efficacia e anticipi. Insomma, i tre messi insieme coprono un po’ tutte le caratteristiche. Adesso, però, per sognare bisogna crescere altrove. O continuare a crescere, come ha sottolineato lo stesso Gasperini.
Contro il Verona sono andati a segno entrambi gli attaccanti – Dovbyk e Soulé – e questo è già un buon indizio, soprattutto considerando che finora i terminali offensivi giallorossi erano stati abbastanza sterili. Adesso Gasp si aspetta però che si svegli anche Ferguson, che non segna una rete con un club da quasi un anno, dallo scorso 26 ottobre.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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