Una maturazione vera, non solo calcistica. Gianluca Mancini si è raccontato dal ritiro della Nazionale, parlando della crescita che lo ha portato a diventare uno dei punti fermi della Roma di Gasperini e un riferimento anche per il gruppo azzurro.
“Come ho detto spesso, tante volte vivevo le partite in maniera non giusta – ha spiegato il difensore in conferenza stampa dal ritiro della Nazionale –. Ero troppo galvanizzato da atteggiamenti che non mi riguardavano, come le proteste verso gli arbitri. Mi sono guardato allo specchio e ho cercato di cambiare, per una cosa mia.
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In campo oggi rendo di più e sono più concentrato. Quando arrivi a un’età più matura le cose cambiano, a livello mentale e su come approcci le partite. Non so se questo mi ha aiutato per la Nazionale, ma tutto passa dalle prestazioni con il club. Poi ogni ct fa le sue scelte”.
Parole che raccontano una trasformazione profonda, quella di un calciatore che da “sanguigno” si è fatto leader, imparando a gestire l’adrenalina e a trasformarla in concentrazione. È anche così che Mancini è diventato il pilastro della miglior difesa d’Europa, simbolo di una Roma solida e consapevole.
Una crescita che passa per la testa più che per i muscoli: meno proteste, più lucidità. E oggi, anche in azzurro, Mancini si gode i frutti di quel percorso.
Giallorossi.net – T. De Cortis
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