Il grande incontro c’è stato, le idee sono state messe sul tavolo, ma la fumata resta grigia. Gian Piero Gasperini ha ascoltato, osservato, riflettuto. Ma non ha (ancora) deciso. Il vertice andato in scena giovedì a Firenze, nel lussuoso resort dei Friedkin, ha riunito tutte le anime del nuovo progetto Roma: i presidenti Dan e Ryan, il neo ds Florent Ghisolfi, Claudio Ranieri e ovviamente lui, il prescelto. O meglio, il candidato numero uno.
Un colloquio di circa due ore, utile a mettere a fuoco aspettative e limiti. Gasperini ha chiesto chiarezza sulla strategia di mercato e sulle prospettive tecniche a breve termine, ottenendo in cambio la fotografia reale della situazione economico-finanziaria del club. Numeri alla mano: un passivo da 81 milioni nell’ultimo bilancio, e oltre mezzo miliardo di debiti. Non esattamente la cornice ideale per costruire una squadra da Champions, ma neppure un muro invalicabile.
La Roma ha presentato un progetto triennale, con l’obiettivo di una crescita graduale fino al giugno 2026, anno in cui scadranno le limitazioni imposte dal settlement agreement con l’Uefa. Gasperini ha apprezzato l’apertura e la trasparenza della proprietà americana, ma ha chiesto tempo. Ufficialmente 48 ore. In realtà anche per risolvere il nodo Atalanta, perché l’uscita da Bergamo – pur nel rispetto reciproco – non è semplice né automatica.
Ma nel frattempo, dietro l’angolo, torna a muoversi la Juventus. Sfumato Conte, i bianconeri stanno rivoluzionando la propria area tecnica (fuori Giuntoli, dentro Chiellini e Comolli) e stanno tentando un inserimento. Gasp, piemontese doc e cresciuto nel vivaio juventino, potrebbe lasciarsi tentare dalle sirene bianconere. Insomma, la chiamata da Torino potrebbe cambiare lo scenario.
Ghisolfi e Ranieri sono rientrati ieri sera a Roma, mentre Gasperini è rimasto a Firenze per riflettere con calma. Dalla Capitale trapela ottimismo, ma la prudenza è d’obbligo: la piazza giallorossa ha già visto troppi “quasi sì” diventare “no” all’ultimo minuto. La Roma lo vuole, ma ora tocca a lui: scegliere se accettare una sfida ambiziosa ma complessa, oppure far saltare il banco per chiudere in bianconero. Le prossime 48 ore saranno decisive.
Fonti: Gazzetta dello Sport / Leggo / Tuttosport
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