Sette presenze, 10 gol e 2 assist. Basterebbero questi numeri per far capire perché Santiago Gimenez è stato rinominato “The King of Rotterdam”. Un avvio di stagione che esalta ancora di più il grande senso del gol del Chaquito, dopo le 23 reti in 45 presenze della scorsa stagione (di cui 5 in Europa League).
Il calcio è nel suo DNA. Anche suo padre Christian, detto Chaco, era un calciatore: cresciuto al Boca Juniors, allenato da Maradona in Nazionale e convocato per le qualificazioni al mondiale 2010 con l’Argentina senza giocare una partita. Un Paese che Gimenez non sente suo, nonostante i tentativi. Ci ha provato Fernando Batista, ex allenatore dell’Argentina Under 23: “Chaquito, sarai il numero 9 dell’Albiceleste, cosa ne pensi?”. Risposta del diretto interessato: “Grazie mister, ma ormai sono messicano”. E il Tata Martino, nell’ottobre 2020, gli apre le porte della nazionale messicana, in occasione di un’amichevole contro il Guatemala.
All’età di 3 anni va a vivere in Messico per il padre, ingaggiato dal Veracruz per rilanciare la carriera dopo le esperienze al Boca, Union e Independiente. Entrato a 13 anni nel nel vivaio del Cruz Azul, Gimenez si fa notare prima come centrocampista dai piedi buoni, seguendo le orme di papà, poi da centravanti. Dal 2014 al 2018 Chaquito ha esultato più di 100 volte nelle giovanili, con una media di circa 25 reti l’anno. Non a caso a 16 anni debutta in prima squadra nel pareggio per 1-1 del Cruz Azul contro il Tigres, salvo poi rimanerci in pianta stabile dal 2019.
La crescita del Chaquito è esponenziale: tutto il talento si racchiude nel suo mancino. Uno di quelli delicati, devoti nell’utilizzare la suola ed estremamente potenti quando c’è da mettere il mirino sulla porta. Come riferimento ha sempre avuto Maniche, ex campione d’Europa con il Porto di Mourinho e passato in Italia per una breve parentesi con l’Inter (2008). Giocatore differente da Gimenez, ma che lui stesso racconta di rivedersi per movenze e capacità di calciare.
Nell’estate 2022 su Gimenez mettono gli occhi sia Benfica che Feyenoord. Da una parte la possibilità di andare a giocare nell’ex squadra del suo idolo (Maniche ha giocato al Benfica dal ’95 al 2002, prima di passare al Porto), dall’altra quella di salire su un trampolino di lancio per esplodere definitivamente. Papà Christian gli ha consigliato l’Olanda, lui ha tentennato ma alla fine si è convinto. Al Feyenoord Chaquito Gimenez è diventato “The King of Rotterdam” e la tripletta all’Ajax in 59 minuti ne ha testimoniato il motivo. Oggi è diventato il quarto messicano di sempre a realizzare una tripletta in Europa dopo il Chicarito Hernandez, Hugo Sanchez e Luis Garcia Postigo. In casa Lazio se lo ricorderanno bene: all’Olimpico fece doppietta, passata inosservata per via del 4-2 finale. A Rotterdam, invece, Gimenez fu il sicario dei biancocelesti, condannati al terzo posto nei gironi di Europa League e quindi ai successivi spareggi playoff di Conference.
Adesso un inizio di stagione da favola, Gimenez continua a segnare facendo sognare Rotterdam. Le big d’Europa osservano e chissà se non sarà uno dei protagonisti delle prossime sessioni di calciomercato…
Foto: Instagram Gimenez
L'articolo SANTIAGO “CHAQUITO” GIMENEZ, IL RE DI ROTTERDAM proviene da Alfredo Pedullà.