Filip Raczkowski, ex allenatore di Jan Ziolkowski nell’Under 19 del Legia Varsavia ha parlato a Il Romanista elencando i suoi pregi, esaminandone i difetti e ricordando qualche aneddoto. Queste le sue parole:
Ci racconta chi è lei? Quando ha incontrato Ziolkowski nel suo percorso calcistico?
“Ho iniziato quest’anno la quinta stagione al Legia Varsavia. Nel mio secondo anno, ho incontrato Ziolkowski nell’Under 19. Era lo stesso anno in cui lui era approdato da noi dal Polonia Varsavia e ho avuto modo di conoscerlo bene. Con noi, ha iniziato a lavorare tra l’Under 19 e la seconda squadra, che gioca in terza serie”.
I giornalisti polacchi parlano di lui come un giovane calciatore cosciente delle sue qualità. Può dirci come è fatto dentro e fuori dal campo?
“Fuori dal campo è un ragazzo normale. Ed è un calciatore che comunica molto. Conoscerlo non è difficile, parla tanto. Ho capito subito che tipo fosse. In campo, il discorso è lo stesso: è un ragazzo consapevole dei propri mezzi. Penso che sia una delle caratteristiche che lo aiuta a essere un giocatore competitivo. Ed è difficile da affrontare per gli avversari. In Polonia, oggi, i difensori stanno facendo ottime cose a livello offensivo: abbiamo tanti giocatori che fanno bei passaggi, hanno un buon dribbling e pressano bene. Ma hanno qualche problema per quanto riguarda la difesa. Con Jan è diverso, lui è un gran bel difensore. Alcune delle sue caratteristiche migliori sono l’aggressività e gli intercetti sui tiri. Ed è pure bravo a marcare in area. Ha molte cose da migliorare, tra cui la fase un po’ più offensiva”.
Ricorda la prima volta in cui ha incontrato Ziolkowski? Che impressione le ha fatto?
“La prima volta ho osservato bene la sua fisicità e ho pensato: ‘Wow!’. Sappiamo che non è esageratamente muscoloso; ma quella volta mi ha mostrato la sua rapidità, le sue capacità nel salto, la sua agilità. Nei campionati giovanili era un ottimo profilo. E, come ho detto, aveva un alto livello di fiducia in se stesso”.
Che cosa ci può dire sul lavoro svolto con Jan? Quali sono i suoi punti di forza e le sue debolezze?
“In quegli anni, Jan ha migliorato le sue capacità tecniche. Ora, step dopo step, deve migliorare le doti offensive. Quindi, il dribbling, i passaggi tra le linee, i cross… È comunque un giocatore di buon livello, perché è stato pagato 7 milioni di euro. Ma penso che se si vuole arrivare ai livelli più alti e giocare con continuità, vadano migliorate le skill offensive. Al Legia abbiamo lavorato su questo. Una delle sue debolezze è la capacità nel segnare con colpi di testa. Che è sempre la cosa più difficile da fare. Lui lavora molto e non sarà un problema in futuro”.
Da molti è stato paragonato Dean Huijsen. Pensa che abbiano qualcosa in comune e che Jan, magari, possa addirittura superare l’olandese in futuro?
“Lo spero! Io sarò sempre uno dei suoi fan numero uno. Quindi, spero che possa migliorare e raggiungere grandi traguardi. Dovete sapere che la sua mentalità è davvero forte. Se si hanno giocatori così, si può rompere ogni muro. Lo stesso può fare lui e diventare migliore. Ma, sicuramente, come ogni giovane, ha bisogno di tempo”.
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Questa mentalità si è vista contro l’Inter. Ha visto la partita?
“Ho visto le statistiche e le informazioni sulla sua gara. In Polonia è stata vista come una cosa importante. Non tutti i giovani che vanno via dal nostro Paese accumulano tutti questi minuti in partenza. Molti di loro giocano pochi minuti all’inizio, impiegando magari due mesi per trovare spazio. Invece, Jan sta riuscendo a trovarlo. Contro l’Inter è entrato in campo al 56′; e cambiare un difensore centrale è sempre diverso, rispetto alla sostituzione di un’ala o un attaccante. La sua prestazione è stata buona e questo è importante per lui. Spero che accumuli sempre più minuti”.
C’è stato un episodio particolare che l’ha colpita, dentro o fuori dal campo, che riguarda Ziolkowski?
“Sul campo, la sua professionalità e la sua concentrazione nel difendere. Ricordo un episodio in particolare, fuori dal campo: lui era in prima squadra, io ero nelle giovanili e quell’anno vinsi il campionato insieme ai miei ragazzi. Jan, così come il resto della prima squadra, era in vacanza, ma mi chiamò su FaceTime dopo la vittoria, insieme a un altro giocatore del Legia. Per me fu emozionante. Mi rese felice. Non so dove si trovasse… Forse proprio in Italia! E mi chiamò dalla jacuzzi (ride, ndr). Una storia divertente… Un giocatore che chiama il suo ex mister dalla jacuzzi per congratularsi dopo la vittoria!”.
E lei ha parlato con Ziolkowski quando si è saputo della possibilità di approdare alla Roma? Gli ha dato qualche consiglio?
“Non gli ho dato consigli in particolare. Il Legia Varsavia è un grande club. Certo, stavamo parlando prima del trasferimento; lo stesso facevano gli altri del Legia, avevano iniziato a chiamarlo ‘Million Dollar Boy’. Dal canto mio, non ho avuto abbastanza tempo per farci una lunga chiacchierata. Ma avrò sempre un buon ricordo di lui e della sua mentalità. Penso che il consiglio da dare, in questo caso, sia lo stesso che si dà a tutti i giovani: stare calmi, lavorare duro ogni giorno e sperare di avere minuti a disposizione. Sperando che riesca, un giorno, ad arrivare al vertice”.
Tra l’altro, recentemente ha fatto il suo debutto con la Polonia, oltre a quello con la Roma. Quanto è stato emozionante per lei? E poi, c’è un difensore polacco che gli assomiglia per caratteristiche? In Italia ne abbiamo avuti alcuni, come Kiwior e Glik.
“Non ho mai lavorato con Kiwior quindi non saprei ben paragonarlo. Ma credo che Jan abbia più talento e consistenza dal punto di vista
fisico. Credo sia più veloce di Kiwior, per questo credo possa avere anche una carriera più importante. Ma andrebbe bene anche la stessa carriera (ride, ndr). Credo che Kiwior sia più bravo dal punto di vista offensivo, ma Jan ha probabilmente più abilità nel gioco difensivo e nella propria area di rigore, proprio come stile di gioco nel marcare gli avversari e guidare la linea difensiva. In futuro diventerà ancora più forte in questo stile di gioco”.
È soddisfatto di quella che è effettivamente una sua scoperta? Quanto crede che il suo lavoro sia stato importante nella carriera di Ziolkowski?
“Beh, dovreste chiederlo a lui! (ride, ndr) È un ragazzo a cui piace parlare, quindi magari vi risponderà. Lo spero, come spero che qualsiasi ragazzo con cui lavoro nell’Accademia del Legia possa arrivare in prima squadra e magari trasferirsi in un club ancora più importante. Gli augurerò sempre il meglio, sono davvero orgoglioso di lui come allenatore. Ma lo sarei anche per un collega, perché ora è nel calcio che conta. Noi abbiamo un altro allenatore polacco in Serie A, all’Udinese, Kosta Runjaic. È un mio amico. È lo stesso orgoglio che provo per un calciatore che fa quel tipo di salto di qualità”.
Tre parole per descrivere Ziolkowski?
“Grande potenziale, consapevolezza, tosto da affrontare”.
Fonte: Il Romanista
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