Domenica sera, contro il Milan, non sarà solo l’ultima partita casalinga della stagione, ma anche una sorta di passerella finale per molti protagonisti del gruppo giallorosso. Non per Mile Svilar, però. Il portiere belga di origini serbe sarà ancora al centro del progetto Roma, con l’obiettivo di blindare per l’ennesima volta una porta inviolata all’Olimpico da oltre due mesi – l’ultimo gol subito in casa risale al 6 marzo, contro la Juventus – e di chiudere imbattuto il girone casalingo di ritorno, dove l’ultima sconfitta risale addirittura al 2 dicembre contro l’Atalanta.
Merito soprattutto delle sue mani, scrive oggi La Gazzetta dello Sport, che a fine stagione abbandoneranno momentaneamente i guantoni per afferrare una penna: il rinnovo è sempre più vicino. Nelle ultime settimane si è registrata una significativa accelerata nei colloqui tra il suo entourage e il club, favorita anche da un intervento diretto di Dan Friedkin. Il presidente ha voluto parlare personalmente con il numero uno giallorosso a Trigoria, confermandogli la fiducia totale della società e la volontà di costruire la squadra del futuro anche a partire da lui.
Tuttavia, la mancata qualificazione in Champions League continua a incombere come una spada di Damocle sul bilancio giallorosso. E se da un lato si punta a blindare Svilar, dall’altro si studiano le mosse per un’estate che potrebbe richiedere almeno una cessione pesante per far quadrare i conti e rispettare i paletti del Fair Play Finanziario. In questo senso, il nome cerchiato in rosso è quello di Evan Ndicka.
Il difensore ivoriano, arrivato a parametro zero, ha parecchio mercato e garantirebbe una plusvalenza secca, proprio il tipo di operazione che la Roma potrebbe dover mettere a bilancio nel caso in cui la Champions resti un miraggio. Gli altri giocatori a rischio sono Cristante (pressing Como), Paredes (verso il ritorno in Sudamerica) e capitan Pellegrini, il cui infortunio però rischia di complicare la sua cessione. Tre addii che potrebbe alleggerire di molto il monte ingaggi.
Le strategie, dunque, sono già ben delineate: rinnovare e valorizzare le certezze (Svilar su tutti), valutare sacrifici dolorosi ma sostenibili e costruire intorno a questi cardini una rosa competitiva, anche senza l’apporto economico della massima competizione europea. Molto passerà dalle ultime due giornate, ma a Trigoria, tra diplomazia e calcolatrice, si lavora già alla Roma che verrà.
Fonti: Gazzetta dello Sport / Leggo
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